Dopo 2 anni terribili e con un 2022 che non sembra essere partito con i migliori auspici, ecco che arriva la riprova che la crisi economica ha colpito anche il settore della canapa industriale.
Come racconta L’Unione Sarda in un articolo del Giugno di quest’anno, da uno studio del Centro Studi Agricoli risulta che le coltivazioni di canapa industriale in Sardegna siano precipitate: da circa 1300 ettari del 2021 a meno di 200 quest’anno.
Un crollo verticale solo parzialmente giustificabile dal boom di offerta di canapa sativa rispetto ad un mercato, soprattutto nazionale, ancora piuttosto di nicchia. Le problematiche delle aziende, infatti, sono svariate; dal mercato ancora in evoluzione alle difficoltà di accesso al credito, alle condizioni atmosferiche al quadro normativo.
Risulta essere quest’ultimo, infatti, la Spada di Damocle pendente sulle aziende di canapai sardi ed italiani: la normativa è infatti incompleta e a tratti discordante, un’autentica zona di penombra dove gli operatori del settore vanno ad operare con il terrore di vedersi sequestrate le piantagioni magari per un’interpretazione erronea del burocrate di turno.
Le direttive recenti (2016) collidono in parte con la legge antidroga del 1990, nonostante si elenchino le specie coltivabili, la quantità di THC ammissibile e le parti atte ad essere commerciate liberamente, rendendo ad esempio le infiorenscenze legali o no a seconda dell’interpretazione delle leggi in oggetto, causando disavventure ai coltivatori in regola.
A ciò si aggiunge l’opposizione del Governo Draghi alla legge regionale sarda n.6 di quest’anno che aveva provato a mettere un po’ d’ordine nonostante le limitazioni costituzionali intrinseche.
Certamente gli Enti Locali saranno in grado di presentare proposte legislative, stavolta conformi a tutti i livelli di legge, in grado di permettere lo sviluppo della coltivazione e del mercato della canapa industriale, sia in Sardegna che nel resto della Penisola, in attesa che il governo centrale dirima finalmente le incongruenze legislative ancora presenti.
E nel resto d’Italia la situazione com’è?
Quali difficoltà hanno i coltivatori e le aziende del settore della canapa industriale?
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