La canapa e la sua coltivazione nell’Italia del III Millennio
L’Italia e la canapa vantano un rapporto strettissimo di durata secolare, durante il quale la pianta è stata utilizzata e trasformata a tutte le latitudini: in ogni parte della penisola la canapa era la materia prima per tessuti di ogni genere: cordame, attrezzatura velica, materiali da costruzione. Questo fino agli anni ’50 del XX Secolo, quando fu soppiantata dal cotone e dalle fibre sintetiche provenienti da oltreoceano. La canapa fu infine demonizzata dai media di tutto il mondo e classificata come una droga: la sua coltivazione in Italia fu definitivamente proibita nel 1977.
Nel corso dei decenni la canapa (con i suoi 50000 utilizzi) fu pressoché dimenticata finché, nel 2013, il Parlamento Europeo non emanò un regolamento, il 1307/2013, che regolamentava anche la coltivazione della canapa con THC inferiore allo 0.2%, la canapa industriale, con la contemporanea creazione di un Registro europeo di 52 varietà consentite. Ciò aprì nuovamente le porte a questa pianta e cominciarono ad apparire sul territorio italiano, a macchia di leopardo, piccole realtà agricole incentrate su questa produzione.
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