La Corte Suprema di Cassazione riunitasi il 30 maggio 2019 nelle Sezioni Unite ha affrontato la liceità della commercializzazione dei derivati della canapa.
La sentenza stabilisce che non sono commercializzabili le foglie, le infiorescenze, l’olio e la resina della C. Sativa, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante.
L’effetto drogante, da tossicologia forense consolidata, è stato ritenuto essere inferiore alla soglia dello 0,5% di THC. Inoltre la quantità di principio attivo per singola assunzione, idonea a provocare in un soggetto un effetto stupefacente è stata stabilita col Decreto del Ministero della Salute nell’aprile 2016. La dose media singola consentita di Thc è di 25 mg. Quindi una confezione da circa 8 grammi non deve superare lo 0.2% di THC, una confezione da circa 5 grammi lo 0.5%.
La sentenza inoltre afferma che i derivati della cannabis sativa non siano commercializzabili ai sensi della normativa comunitaria (art 7 della direttiva 2002/53/CE del 13 giugno 2002) e che non rientrino nell’ambito di applicazione della legge 242/16.
In Europa purtroppo le foglie e le infiorescenze e i suoi derivati non sono ancora autorizzati, pertanto questi prodotti sottostanno al Testo Unico degli stupefacenti del 1990.
Ci auguriamo che le autorità possano applicare la normativa in vigore con il dovuto equilibrio, di fronte ad un settore in piena espansione e a migliaia di operatori, produttori e commercianti che in buona fede hanno investito risorse in questa parte del settore della canapa industriale.
Certamente rimangono pienamente lecite la coltivazione e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari, florovivaistici ornamentali, per la bioedilizia, tessile, carta e tutto ciò che è possibile creare da questa pianta.
Il pesante clima politico ha certamente influenzato il contenuto interpretativo di questa importante sentenza in senso restrittivo, in particolare per una parte fiorente del settore della canapa industriale.
Vedremo nelle prossime settimane le motivazioni della sentenza e gli sviluppi concreti, i primi controlli delle forze dell’ordine certamente ci chiariranno quale sarà l’indicazione generale e a quali misure sanzionatorie si arriverà.
Ci auguriamo che i prodotti ad oggi non conformi possano presto trovare l’attenzione del legislatore nazionale in modo che si individuino le corrette destinazioni d’uso, le aliquote fiscali di riferimento e che il settore possa continuare il suo trend di crescita parallelamente a quello in espansione globale.
INFORMAZIONE PROVVISORIA n.15 della Corte Suprema di Cassazione (PDF)