Già a partire dal XVIII secolo la Russia era il più grande produttore di canapa del mondo. Intorno al 1740 il Paese produceva l’ottanta per cento della canapa totale utilizzata in Europa per le vele, il cordame, le reti, eccetera.
L’ottima qualità della canapa russa fece sì che questa diventasse il prodotto di esportazione numero uno del Paese, più importante delle pellicce, del legno e del ferro. Nella seconda metà del XVIII secolo, la Gran Bretagna importava il novanta per cento del suo fabbisogno di canapa dalla Russia: le spedizioni britanniche in tutto il mondo dipendevano totalmente dall’approvvigionamento di canapa russa. Ci sono abbastanza ragioni perché Napoleone iniziasse una guerra per la canapa.
Una guerra per la canapa
Nel 1807 Napoleone e lo zar Alessandro I firmarono un trattato noto come pace di Tilsit. Una delle condizioni di pace era che alla Russia non era più permesso di commerciare con la Gran Bretagna, l’unica potenza europea che era riuscita a resistere all’avanzata trionfale di Napoleone.
L’imperatore francese sperava che una carenza di canapa russa avrebbe indebolito la flotta (e l’economia) britannica. Nel 1811, tuttavia, la Russia riprese gli scambi commerciali con la Gran Bretagna. Napoleone cercò di convincere lo zar a rispettare le condizioni di pace, senza successo.
In seguito a questi fatti, Napoleone riunì un esercito di 680.000 uomini e iniziò la sua campagna il 24 giugno 1812, tra l’altro per cercare di prendere il controllo sulla produzione russa di canapa. Nonostante la presa di Mosca, la campagna di Russia si trasformò in una vera e propria catastrofe e significò per Napoleone l’inizio della fine.
La canapa dopo la Rivoluzione d’Ottobre
Anche dopo la rivoluzione russa del 1917, il Paese rimase il più grande produttore di canapa del mondo. Le aree di produzione più importanti erano situate nelle odierne Ucraina e la Bielorussia. Nel 1931 fu fondato un istituto speciale per lo sviluppo di nuove piante di canapa a Glukhov (oggi Hluchiv), in Ucraina. Negli anni Settanta si sviluppò con successo una canapa con una migliore qualità delle fibre, una resa per ettaro più elevata e un contenuto di THC inferiore.
La fine dell’Unione Sovietica nel 1991 ebbe come conseguenza anche un crollo della coltivazione della canapa. A Bolchov c’è una delle ultime fabbriche di canapa rimaste in Russia; prima ce n’erano sedici. Si stima che circa 2,5 milioni di ettari di canapa selvatica crescano nell’Estremo Oriente della Russia e intorno al Mar Nero, in attesa di essere nuovamente utilizzate.
Ad oggi, il governo di Mosca ha intenzione di incentivare l’uso della canapa come materia prima per l’industria tessile, con sovvenzioni per i coltivatori, lo sviluppo di consorzi e la costruzione di impianti di lavorazione.
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