Nella terra che ha, con ogni probabilità, fatto da ponte alla canapa tra l’Oriente e l’Europa molti millenni fa, si assiste ad un ritorno sempre più prepotente di questa pianta in vari settori produttivi.
Dopo più di 70 anni dal suo rapido declino, lo Stato israeliano ha intenzione di investire parecchio in attività di produzione ed esportazione della canapa industriale di diventare, persino, un centro di eccellenza mondiale: esso è, infatti, un settore in notevole crescita e lo dimostra il fatto che Israele è il secondo concorrente nel mercato della cannabis per uso medico, dopo il Regno Unito.
Nella legislazione israeliana il tasso di THC non deve superare lo 0,2%, un limite, quindi, molto più severo rispetto ad altri Paesi, e rigidi controlli vengono attuati per far sì che questo limite venga rispettato.
Mentre molti aspetti di utilizzo della canapa industriale sono ancora in fase embrionale, il settore della cannabis medica è invece estremamente fiorente e le prime autorizzazioni risalgono agli anni ’90 del ‘900; numerose realtà industriali sono presenti in questo ambito, seppur soggette ad un rigidissimo controllo da parte delle Autorità per quanto riguarda ogni aspetto del mercato, dalla coltivazione, alla lavorazione, alla vendita su prescrizione medica, al prezzo, stabilito per legge.
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