La canapa e la tradizione giapponese
Quando si parla del Giappone vengono subito alla mente la tenacia, la grande raffinatezza e la cultura tradizionale affiancata da uno sviluppo tecnologico senza paragoni. Tutte caratteristiche che possono essere traslate nella pianta di canapa e nei suoi derivati.
In Giappone la coltivazione della canapa (asa (麻) come viene chiamata dai giapponesi) è vecchia di almeno 12000 anni: probabilmente arrivata dalla Cina continentale o dalla Corea, veniva infatti utilizzata per i tessuti, le corde d’arco, le lenze e le reti per la pesca, la carta oltre che nelle cerimonie shintoiste. Sembra che anche i ninja la utilizzassero come ostacolo durante il loro duro addestramento fisico.
Utilizzata con molteplici modalità e coltivata abitualmente dai contadini, la canapa andò in disgrazia nel 1948 quando le potenze occidentali, non senza secondi fini, inserirono della nuova Costituzione nipponica una legge che ne rese illegale la coltivazione, l’acquisto, l’importazione e l’esportazione.
Regole ferree e spiragli di legalizzazione
Da allora il regime legislativo giapponese in fatto di canapa è tra i più severi del mondo, con pene che vanno dai 5 ai 7 anni di detenzione, e questo nonostante il Paese importi dall’estero prodotti, soprattutto tessuti, fatti di canapa.
Attualmente si stanno aprendo spiragli a questo riguardo, anche se l’utilizzo medico non è contemplato dalla legge e i produttori di canapa debbono essere in possesso di permessi speciali che richiedono un iter lungo e complesso prima di venir rilasciati.
La situazione ambientale dell’ultimo impero sulla Terra con la sua dipendenza dal petrolio e dal pericolosissimo nucleare (vedi Fukushima) stanno lentamente spostando l’ago della bilancia verso una presa di coscienza sempre più chiara nei cittadini nipponici sulla necessità improcrastinabile di porre in essere una economia sempre più circolare e dedita al riciclo e all’azzeramento (o quasi) dell’impatto ambientale delle attività umane.
Persino la consorte del Primo Ministro Shinzo Abe dichiarò apertamente nel 2016 di essere interessata a coltivare una pianta che rappresentava una parte importante della storia e della tradizione del Giappone.
La canapa: unire spiritualità e progresso
Come ebbe a dire una volta il fondatore dell’aikido, Osensei (Gran Maestro) Morihei Ueshiba, “L’ Arte della Pace non fa affidamento sulle armi o sulla forza bruta per avere successo; al contrario, entriamo in sintonia con l’universo, manteniamo la pace nei nostri reami, promuoviamo la vita e preveniamo la morte e la distruzione.“; pensare di utilizzare la canapa per mettere in pratica su scala nazionale questi saggi insegnamenti sarebbe molto filosofico e pratico al tempo stesso, come da sempre è il Giappone.
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