Canapa: da risorsa alla pena di morte
L’Impero cinese è stato il Paese dove le testimonianze dell’uso quotidiano della canapa sono temporalmente più antiche: utilizzata nella medicina tradizionale cinese, nella produzione di tessuti anche molto raffinati e di carta giunta fino a noi, la canapa ha un legame fortissimo con l’odierna Cina continentale. O no?
No, perché la canapa è vietata dal 1985 e la legislazione vigente è severissima, con condanne che possono tranquillamente arrivare anche alla pena capitale.
Cina come primo produttore di canapa al mondo
Eppure il Paese asiatico è il più grande produttore di canapa del mondo con oltre 20000 ettari di terreno dedicati, praticamente 1/3 di tutta la produzione mondiale, in gran parte destinati alle industrie tessili, al settore degli imballaggi, alla bioedilizia, alle cartarie. Senza dimenticare la ricerca farmaceutica e il commercio dei semi, materia prima per il settore alimentare, con centinaia di brevetti ed un giro d’affari di miliardi di dollari.
La canapa ed i prodotti da essa derivati sono quasi esclusivamente rivolti al mercato estero, Nordamericano ed Europeo, e le aziende operanti in questo ambito debbono possedere delle speciali autorizzazioni, tutte a livello regionale, in quanto lo Stato centrale ancora non è riuscito nell’opera di realizzare un regolamento unico.
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